La mobilità nuova può essere senz’auto?

Perlomeno può fare a meno dell’automobile di proprietà individuale?

L’immaginario costruito dalla pubblicità attorno all’automobile è un vero e proprio culto. In quanto culto prevede il rispetto di diversi dogmi:

  • l’automobile ti rende libero;
  • l’automobile ti porta da A a B sempre in un tempo brevissimo e senza intralci;
  • l’automobile ti rende socialmente accettabile;
  • l’automobile ti rende sessualmente interessante;
  • l’automobile non inquina poi tanto;
  • l’automobile è silenziosa;
  • l’automobile ti fa risparmiare tempo e denaro.

Queste affermazioni sono state costruite e vengono alimentate come dogmi di fede da una martellante campagna pubblicitaria. In ogni stacco televisivo vengono mandati in onda almeno tre spot che descrivono in maniera molto convincente svariati modelli di vetture proprio con le caratteristiche sopra citate. A questo  lavaggio del cervello si affiancano una miriade di richiami nel mondo cine televisivo a partire dalla Batmobile, passando per la Ford GranTorino di Starsky & Hutch o la supercar KITT, gli inseguimenti mozzafiato di una valanga di film d’azione o i lunghi viaggi in solitaria nelle sterminate lande nordamericane, fino ad arrivare ai criminali belli e simpatici di Fast and furious. Tutti questi esempi di uso dell’automobile rispondono ad un identikit: una sola persona a bordo (il guidatore) con al massimo un passeggero, una guida “disinvolta e sportiva”, il parcheggio un po’ dove capita, un atteggiamento aggressivo verso chiunque o qualunque cosa si identifichi come ostacolo lungo il percorso.

L’automobile individuale è un mezzo dannoso in sé proprio in quanto individuale e lo è anche e soprattutto nel suo uso “normale”. Per milioni di persone un uso normale dell’automobile in una città standard è il seguente:

  • uscire ogni mattina di casa e salire in completa solitudine nell’auto parcheggiata non importa come e dove ma proprio sotto casa;
  • coprire una distanza media di 7 km per recarsi al lavoro incontrando frequenti ingorghi lungo il percorso che dilatano i tempi di spostamento;
  • lottare strenuamente per frenare gli istinti primordiali che spingono anche l’automobilista più sereno a travolgere qualsiasi cosa animata o inanimata possa costituire un ostacolo al poter scalare dalla seconda alla terza tra un semaforo e l’altro;
  • cercare parcheggio per svariati minuti per poi arrendersi e abbandonare il mezzo in doppia fila o sul marciapiedi o sull’attraversamento pedonale o, se proprio va bene, sulla pista ciclabile…;
  • uscire la sera dal lavoro ed affrontare i soliti ingorghi per recarsi in completa solitudine in palestra per recuperare un minimo di tono muscolare e smaltire il grasso in eccesso dopo aver passato un giorno intero seduti su comode poltrone;
  • tornare alla propria dimora facendo magari una breve sosta in doppia fila proprio davanti al supermercato sotto casa per comprare un litro di latte.

Quest’uso “normale” potrebbe anche essere complicato dalla necessità di accompagnare a scuola uno o più figli ma nella maggior parte dei casi si tratta solo di una scusa dato che la destinazione in cui depositare i pargoli dista dall’abitazione non più di mezz’ora a piedi. Viviamo nella convinzione che sia molto più sicuro portare i bambini a scuola in macchina ma non ci sfiora nemmeno il pensiero che potrebbero andarci in autobus, in bicicletta o addirittura a piedi percorrendo strade finalmente liberate da tutte le auto dei genitori accompagnatori.

Si potrebbe affermare che l’automobile però ha anche tanti utilizzi corretti e positivi ma in quei casi non si tratta di un’automobile individuale: autoambulanze, taxi, car sharing, veicoli delle forze dell’ordine. Tolte queste categorie la stragrande maggioranza delle automobili che occupano abusivamente le nostre strade sono individuali. Si potrebbe anche affermare che l’automobile individuale potrebbe essere usata in maniera efficiente e corretta: sempre con più di un passeggero a bordo, con una guida serena e rispettosa del codice della strada, solo su tragitti lunghi, come mezzo per trasportare oggetti pesanti ed ingombranti. Purtroppo non è così, non è questo l’utilizzo “normale” dell’automobile che siamo abituati a vedere nelle nostre città. Non è solo l’abuso a rendere l’automobile individuale dannosa ma il fatto che siano tante singole persone ad utilizzarla in questo modo. I danni che provoca sulle nostre vite sono sotto gli occhi di tutti. Nelle grandi città sono sempre più rari i giorni in cui i dati della qualità dell’aria scendono sotto i livelli di insalubrità. Il rumore di fondo con cui siamo costretti a convivere giorno e notte è quello dei motori a scoppio. Oltre alle svariate forme di inquinamento i danni dell’automobile individuale si manifestano con pesanti ricadute sui rapporti sociali tra le persone, sulla vivibilità delle città, sulla salute fisica e mentale dei cittadini, sul futuro dei bambini, sui costi sanitari che lo Stato deve sostenere e più in generale sulla qualità della vita di ognuno di noi. Qualsiasi misura adottata finora con l’apparente intenzione di scoraggiare l’abuso dell’automobile individuale si è rivelata inefficace o svantaggiosa solo per alcune classi sociali. Inutile creare zone a traffico limitato o con ingresso a pagamento se poi i soldi recuperati dalle amministrazioni non vengono utilizzati per potenziare il trasporto pubblico o rendere la vita più facile a pedoni e ciclisti. Inutile pedonalizzare un’area se poi si creano decine di eccezioni che consentono ai mezzi a motore di invaderla ugualmente. Inutile creare marciapiedi e attraversamenti pedonali se poi questi non vengono rispettati; meglio abolirli e consentire ai pedoni di camminare dovunque in modo che tutti siano costretti a rallentare e prestare maggiore attenzione.

A parer mio la realizzazione di una mobilità nuova passa inevitabilmente attraverso l’estinzione dell’automobile individuale ed è per questo che il 4 maggio 2013 andrò a Milano a manifestare.

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Ringrazio Fabio D Sensi per avermi concesso l’uso dell’immagine da lui realizzata.

6 comments ↓

#1 Michelangelo on 03.16.13 at 14:26

Sei un vetero comunista.
M!!!

#2 loskindividuo on 03.16.13 at 16:53

Che c’entra? 🙂

#3 loskindividuo on 03.16.13 at 18:12

Michela’, così va meglio?

#4 loskindividuo on 03.16.13 at 18:14

Ringrazio Fabio D Sensi per avermi concesso l’uso dell’immagine da lui realizzata.

#5 Michelangelo on 03.16.13 at 20:50

Vedi che c’entra?
M!!!

#6 loskindividuo on 03.16.13 at 21:00

ma perché tu cosa vedi nel logo? io ci vedo un ruota di bici, un paio di persone a piedi, un treno, un autobus e un bel pignone. La tua malizia cosa ci vede?